OR prostata prime 90 capsule per prevenzione carcinoma prostatico, prostatiti e infiammazioni

OR prostata prime 90 capsule per prevenzione carcinoma prostatico, prostatiti e infiammazioni

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Le erbe medicinali, inserite in un contesto più ampio di quello squisitamente terapeutico, possono rivestire un ruolo importante come coadiuvanti dell’alimentazione e dello stile di vita, soprattutto nella prevenzione primaria e secondaria di tutte le forme cronico degenerative. 

E tra queste certamente anche il carcinoma prostatico, il tumore più frequente negli uomini.

È indicato un intervento preventivo anche nei soggetti con familiarità per carcinoma prostatico, così come nei soggetti con patologia infiammatoria-degenerativa cronica della prostata (prostatiti, ipertrofia benigna), e nei pazienti con storia pregressa di carcinoma prostatico, nella fase di follow-up, e in quelli con sospette recidive o in trattamento per malattia in fase attiva. 

In questi casi il paziente è seguito dallo specialista o dal medico curante, al quale può senz’altro essere prospettata anche la possibilità di una integrazione terapeutica.

confezione 90 capsule da 450 mg

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Sinergia di principi attivi antiossidanti quali licopene, epigallocatechine del tè verde, resveratrolo, melograno ed il fungo medicinale agaricus blazei.

Le naturali difese dell'organismo sono favorite dall’azione sinergica de fungo medicinale reishi con eleuterococco ed echinacea.

Uva ursina ed echinacea aiutano la funzionalità delle vie urinarie in sinergia con il licopene che favorisce la funzionalità della prostata.

L’effetto tonico (contro stanchezza fisica e mentale) è favorito dal tè verde, eleuterococco e polygonum cuspidatum.

Ingredienti per dose giornaliera (4capsule 1800 mg):

Tè verde (Camellia sinensis (L.) Kuntze), foglie, E.S. TIT. polifenoli ≥95%, polvere, 300 mg (pari a 285 mg di polifenoli totali, 225 mg di catechine, 135 mg di EGCG, 9 mg di caffeina);

Melograno (Punica granatum L.), frutto, E.S. TIT. acido ellagico ≥20%, polvere, 300 mg (pari a 60 mg di acido ellagico);

Curcuma (Curcuma Longa L.), rizoma, E.S. TIT. curcuminoidi ≥95%, polvere, 300 mg (pari a 285 mg di curcuminoidi);

Broccoli (Brassica oleracea L.), foglie, E.S. TIT. sulforafano 0,3%-0,5%, polvere, 100 mg (pari a 0,5 mg di sulforafano);

Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus (Rupr. et Maxim.) Maxim), radice, E.S. TIT. eleuterosidi ≥ 2%, polvere, 100 mg (pari a 2 mg di eleuterosidi);

Reishi (Ganoderma lucidum (Curtis) P. Karst.), fungo (sporophorum), E.S. TIT. polisaccaridi ≥30%, polvere, 100 mg (pari a 30 mg di polisaccaridi);

Agaricus Blazei (Agaricus blazei Murill), fungo (sporophorum), E.S. TIT. polisaccaridi ≥10%, polvere, 100 mg (pari a 10 mg di polisaccaridi);

Quercetina, (Sophora Japonica L.), TIT. ≥98%, polvere, 100 mg;

Echinacea (Echinacea angustifolia DC), radice, E.S. TIT. echinacoside ≥0,1%, polvere, 100 mg (pari a 0,1 mg di echinacoside);

Uva Ursina (Arctostaphylos uva-ursi L. Sprengel), foglie, E.S. TIT. arbutina tot. .≥10%, polvere, 100 mg (pari a 10 mg di arbutina);

Licopene (Solanum lycopersicum L.), frutto, E.S. TIT. licopene ≥6%, polvere, 100 mg (pari a 6 mg di licopene);

Polygonum Cuspidatum (Fallopia japonica (Houtt.) Ronse Dec.), radice, E.S. TIT. resveratrolo  ≥20%, polvere 100 mg (pari a 20 mg di resveratrolo);

AVVERTENZA IMPORTANTE

In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico. Non superare la dose giornaliera indicata Non utilizzare in caso di disfunzioni della tiroide. ed in caso di allergia ai suoi costituenti.

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rimedio naturale

Un problema Maschile

Tè verde

Le foglie del tè verde, che ha dimostrato la riduzione del rischio di numerose patologie neoplastiche. In particolare, le epicatechine hanno fatto segnalare una significativa azione antiossidante (anti radicali liberi), astringente-antinfiammatoria e preventiva sulla degenerazione cellulare, in grado di contrastare tutti gli stress ossidativi delle cellule.

Broccoli

Significativo ruolo chemiopreventivo e svolto dai glucosinolati, in particolare dal sulforafano, presenti in tutte le Crucifere. È stato osservato in generale un rischio di cancro della prostata significativamente ridotto nel gruppo che ha assunto le Crucifere (Liu B, et al. 2011).

Licopene

Il pigmento carotenoideo tipico del pomodoro e stato oggetto di vari studi prospettici che ne hanno valutato il ruolo nella prevenzione del carcinoma prostatico. Questi dati dimostrano che concentrazioni più elevate di licopene nella dieta e in circolo sono inversamente associate al rischio di carcinoma prostatico.

Dal greco phytòn (pianta) e therapéia (cura), è una disciplina che si fonda sull’uso di piante medicinali e derivati a scopo preventivo, curativo, o per il mantenimento del benessere psico-fisico

Curcuma

si ritiene che la curcumina possa svolgere un ruolo importante per la prevenzione del cancro, in qualità di antiossidante e per combattere la proliferazione delle cellule tumorali. nello specifico, essa riduce l’espressione dei recettori dell’androgeno, e al tempo stesso impedisce che i recettori dell’androgeno siano associati al gene PSA, così che nelle cellule ormone-dipendenti esso possa diminuire. in termini più semplici, la progressione della neoplasia viene contrastata. la curcumina, poi, agisce nei confronti delle cellule staminali del cancro da cui dipende la crescita del tumore iniziale

Resveratrolo

Numerosi studi hanno dimostrato che il resveratrolo può ridurre la crescita della prostata (Kjaer T, 2015) dimostrando che il resveratrolo può abbassare significativamente i livelli sierici dei precursori degli androgeni. È stato poi dimostrato che l’attività antitumorale del resveratrolo è stata stimolata attraverso i suoi effetti sul ciclo cellulare, apoptosi, angiogenesi, metastasi, invasione del tumore, nonché su altre vie di trasduzione del segnale, per esempio NF-kappaB, MAPK EGF nella cellula di cancro della prostata (Ratan H.L., 2002; Dybkowska E, 2018).

Melograno

Fonte di antociani e polifenoli,i quali in particolare l’acido ellagico (EA), esplicano in particolare attività protettive sugli endotelie più specificamente antiossidante, antinfiammatoria e antitumorale. In una recente review (Baradaran Rahimi V, et al., 2020) diversi studi hanno anche sostenuto che l’EA possiede proprietà antimutagene, antinfiammatorie, antifibrosi, antitumorali e antiaging e promettenti effetti immunomodulatori attraverso la regolazione della funzione dei linfociti T e la soppressione dell’immunità umorale.

Ci sono nutrienti in grado di potenziare il nostro sistema immunitario?

Prostatite asettica ed eleuterococco

Questo disturbo non è generato da un agente patogeno esterno, ma da una condizione di disequilibrio interno, generalmente riconducibile ad uno stato di stress, ansia o eccessiva stanchezza. Questo disturbo, anche se di natura diversa rispetto alla prostatite infettiva, può generare gli stessi sintomi. In questo caso sarà necessario affidarsi a rimedi in grado di ripristinare un equilibrio a livello emotivo e che abbiano un effetto spasmolitico. Not0 soprattutto per la sua attività adattogena, che ne fa un ottimo fitoterapico per il supporto alle energie psico-fisiche dell’organismo, può rivelarsi anche importante alleati del sistema immunitario. È fondamentale, infatti, soprattutto in presenza di stress (che determina il rilascio di cortisolo e catecolamine, determinando una riduzione dell’efficienza della risposta immunitaria). Capace di intervenire in modo globale sull’organismo, integrandone energia e resistenza specifica nei confronti della fatica e di stimoli di diversa natura, normalizzando la sua risposta fisiologica e riducendo gli effetti dello stress “da adattamento” e i disturbi a esso correlati. Trova indicazione nella prevenzione delle infezioni (soprattutto dell’apparato respiratorio ed urinario) nei soggetti debilitati e astenici che tendono a contrarre con facilità le malattie infettive in generale, ma soprattutto le malattie da raffreddamento e l’influenza. Si rivela altresì prezioso nella fase di convalescenza successiva agli episodi infettivi, durante la quale favorisce un più rapido recupero delle energie, riducendo al contempo il rischio di ricadute. L’Eleuterococco (Eleuterococcus senticosus) evidenzia, da studi in vitro, un’attività immunostimolante che si concretizza con un aumento della fagocitosi, del numero e dell’attività dei linfociti T e delle cellule Natural Killer (NK), della produzione di interferone e della risposta anticorpale. In vivo l’Eleuterococco sembra in grado di stimolare la fagocitosi e l’inattivazione di miceti patogeni, come Candida albicans, da parte di granulociti e monociti, con un aumento del 30-45% delle cellule fagocitate rispetto ai soggetti sani di controllo. Inoltre, la mobilità dei granulociti e, quindi, la loro capacità di migrare e raggiungere il luogo di infezione, risulta aumentata del 45% rispetto ai granulociti non trattati. L’efficacia immunostimolante è da riferire, oltre che agli eleuterosidi (soprattutto Eleuteroside D), anche alla frazione polisaccaridica. Gli eleuterosidi (0,06– 0,09%) sono un eterogeneo gruppo di composti, caratterizzati da agliconi appartenenti a diverse classi chimiche. I polisaccaridi più importanti per l’attività biologica sono quelli a elevato peso molecolare (PES-A e PES-B), originati dalla polimerizzazione di xilosio, arabinosio e acido 4-O-metil-glucuronico.Eleuterococco ha un’attività immunostimolante che si concretizza con un aumento della fagocitosi, del numero e dell’attività dei linfociti T e delle cellule Natural Killer (NK), della produzione di interferone e della risposta anticorpale

Quercetina

Quasi infiniti sono i polifenoli, le vitamine, i carotenoidi o altre sostanze, in grado di favorire l’apoptosi e l’inibizione della proliferazione cellulare, ma anche di essere importanti fattori antinfiammatori e ormono simili (capacità che hanno i fitoestrogeni, tali da occupare i recettori, ostacolando l’azione dei nostri ormoni, come nel caso dei tumori ormonosensibili della mammella). Ovviamente tutto ciò è realizzabile tramite un’assunzione diretta di tali sostanze, come ad esempio il Licopene da pomodori, angurie, pompelmo, ma anche Catechine dal tè verde e, in misura minore, da quello nero, per non dimenticare la preziosa curcuma che contiene la Curcumina, ad azione multitarget su numerosissime pathway/vie antitumorali, oppure il Sulforafano delle Crucifere, per passare poi alla Quercetina. La Quercetina rappresenta un efficace rimedio della prostata senescente ed adenomatosa (ipertrofia prostatica) di cui ridurrà i fenomeni infiammatori conseguenti all’ipertrofia ghiandolare e di conseguenza i disturbi funzionali caratteristici di tale patologia (disuria e pollachiuria). Modelli sperimentali hanno segnalato l’attività antinfiammatoria. Tali proprietà contribuiscono al miglioramento del quadro sintomatologico. La quercetina è un flavonoide con proprietà anti-infiammatoria e anti-insulino-resistenza (caratteristico di cipolle bianche, dorate, rosse, della Sophora Japonica e degli asparagi). Agisce attivando l’enzima l’AMPK e silenziando SIRT1 (nel topo, che trova in SIRT2 l’equivalente umano), è un potente inibitore sia della sintesi che dell’attività della COX2. In ambito cardiovascolare previene adipogenesi, con effetto di protezione cardiovascolare. È in grado di ridurre lo sviluppo di cancro mammario negli animali e sopprimere la crescita delle cellule del cancro al seno umano in coltura.

Reishi

Il Reishi (Ganoderma lucidum) tende a migliorare il flusso urinario e a ridurre l’aumento di volume della prostata, perché inibisce la 5-alfa-reduttasiche trasforma il testosterone in DH-testosterone, responsabile dell’ingrossamento della prostata. Inoltre, blocca altre sequenze biochimiche che producono la crescita della prostata (Noguchi et al., 2008; Zaidmanet al., 2008). Nella prostatite il Reishi e l’Agaricus hanno avuto risultati molto interessanti. L’Agaricus ha un forte effetto antibiotico (Bernardshaw et al.,2006), per merito anche della sostanza battericida 13ZE-LOH (Osaki et al., 1994), e un buon effetto antivirale (De Sousa Cardozo et al., 2011). Tra l’altro, non bisogna dimenticare che questi tre funghi svolgono molte altre azioni utili, per esempio nel rafforzamento delle difese immunitarie, nella lotta alle infiammazioni, nella prevenzione delle patologie cardiovascolari, nel diabete e nel miglioramento dell’energia e del benessere personale.

Uva ursina

Le foglie di Uva ursina risultano ricche in arbutoside (6 - 10%), un eteroside fenolico, tannini gallici (15 - 20%), flavonoidi, triterpeni, ecc., ed è tradizionalmente impiegata nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie grazie all’azione antisettica. L’arbutoside per idrolisi libera un difenolo che si ossida immediatamente in idrochinone, le cui proprietà batteriostatiche sono state dimostrate in vitro nei confronti di Escherichia coli, Proteus vulgaris, Staphylococcus aureus, ecc. (Bruneton J., 2009). I tannini e gli altri componenti del fitocomplesso sinergizzano l’azione dell’arbutina, mentre ai flavonoidi in particolare è da attribuire l’attività diuretica della pianta. Uva ursina risulta pertanto utile in caso di infiammazione o infezione a livello delle vie urinarie, in quanto è in grado di determinare un’azione antisettica, calmante lo stimolo continuo della minzione e il dolore.

quercetina

efficace rimedio della prostata senescente ed adenomatosa (ipertrofia prostatica)

  • ridurrà i fenomeni infiammatori conseguenti all’ipertrofia ghiandolare
  • disturbi funzionali caratteristici di tale patologia (disuriae pollachiuria)

È in grado di ridurre lo sviluppo di cancro mammario negli animali e sopprimere la crescita delle cellule del cancro al seno umano in coltura

  • proprietà anti-infiammatoria e anti-insulino-resistenza
  • Agisce attivando l’enzima l’AMPK e silenziando SIRT1
  • è un potente inibitore sia della sintesi che dell’attività della COX2
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Echinacea Rimedio naturale immunostimolante

adiuvante nella prevenzione e nella cura delle patologie infettive, soprattutto delle prime vie aeree e delle vie urinarie

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Complice dell’attività immunostimolante, antinfiammatoria, antiossidante e antivirale è la composizione articolata del fitocomplesso: vanno evidenziati glicosidi flavonoidici, un olio essenziale, polisaccaridi, polifenoli derivati dall’acido caffeico (echinacoside, acido cicorico, acido clorogenico, acido caftarico), alchilamidi, polieni e glicoproteine. L’azione di Echinacea sul sistema immunitario è soprattutto di modulazione più che di stimolazione. Presi in considerazione negli ultimi 50 anni da più di 300 studi scientifici, questi hanno evidenziato la capacità di modulare la risposta aspecifica, incrementando la capacità ossidativa delle cellule del sistema immunitario e attivando le cellule protagoniste dell’immunità innata dell’organismo, quali macrofagi, cellule NK e linfociti T, ma anche nella produzione di citochine (interleuchine IL-1 e IL-6, TNF-α).

Nello specifico, le ricerche farmacologiche hanno dimostrato in vitro un aumento di oltre il 50% dell’attività fagocitaria dei macrofagi e linfociti umani: l’attività immunostimolante è accompagnata da una aumentata liberazione di TNF (Tumour Necrosis Factor) e sembra indicativa di una attivazione non-specifica dei linfociti T. Un dettaglio sorprendente è costituito dal fatto che la risposta sarebbe, secondo alcune ricerche, inversamente proporzionale allo status immunitario di base del soggetto. Esaminando, in fase di pretrattamento, con un estratto etanolico di Echinacea purpurea, le concentrazioni delle citochine MCP-1, IL-8, IL-10 e INF-α, è stato possibile evidenziare che i valori di questi parametri tendono a subire un aumento rilevante nei soggetti con scarsa produzione basale, mentre nei soggetti con livelli basali già elevati i parametri sono rimasti praticamente invariati. In definitiva, una “stimolazione” al sistema immunitario che si attiva quando effettivamente ne sussiste la necessità.

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94° Congresso Nazionale SIU

Le evidenze più solide di un effetto benefico sulla prostata e di un aiuto nel combattere l'insorgenza del tumore, emerse al 94° Congresso Nazionale SIU, riguardano gli alimenti contenenti alcune sostanze ad azione antiossidante, antinfiammatoria e antiproliferativa. Nello specifico si tratta di epigallocatechine, licopene, resveratrolo e pterostilbene. Epigallocatechine e licopene sono contenuti in grande quantità soprattutto nel tè verde e nei pomodori. Dopo uno studio clinico svolto su un gruppo di uomini con lesioni precancerose e quindi identificati come ad alto rischio di tumore alla prostata è stato osservato che coloro che avevano assunto regolarmente epigallocatechine derivate dal tè verde avevano un rischio di ammalarsi minore del 60% rispetto ai soggetti ai quali era stata somministrata esclusivamente una sostanza placebo. Sempre lo stesso studio ha evidenziato che il rischio può ridursi fino all'80% a seguito di un'assunzione di tali sostanze in modo continuativo per due anni. Una metanalisi di 42 studi basata sull'osservazione di quasi 700.000 partecipanti, ha invece evidenziato che anche il licopene sarebbe particolarmente adatto in fase di prevenzione. Contenuto in importanti quantità nei pomodori, è caratterizzato da un principio attivo dal dimostrato effetto protettivo, inferiore solo all'epigallocatechine del tè verde. Secondo diversi studi clinici, implementare l'assunzione di licopene ridurrebbe del 12% il rischio di sviluppare ogni tipo di tumore alla prostata, percentuale che si alza al 26% nel caso di tipologie particolarmente aggressive. Tè verde e pomodori sono già da tempo noti agli studiosi per i loro effetti in termini di prevenzione del tumore alla prostata, ma a loro nuovi studi hanno aggiunto l'uva, che deve la sua efficacia alla presenza del resveratrolo ad azione non solo preventiva contro il cancro prostatico ma di supporto ai trattamenti anti-tumorali. Anche in questo caso a rendere tutto ciò possibile è l'alto potere antiossidante che agisce su un doppio binario: nello stadio iniziale del cancro attraverso fattori di blocco; e in quello più avanzato con fattori di soppressione che ne frenano la progressione. Alla famiglia delle sostanze amiche della prostata si è aggiunto di recente anche il Pterostilbene, un antiossidante simile al resveratrolo del vino rosso e presente in molti alimenti tra cui mirtillo e arachidi. Le sue proprietà preventive sono state ufficializzate dopo uno studio pubblicato su Cancer Prevention Research. Secondo uno studio pubblicato su European Urology, a supportare la terapia di trattamento del cancro prostatico sarebbe anche il melograno, grazie ad uno dei suoi ingredienti, l'acido ellagico, che ridurrebbe la tossicità indotta dalla chemioterapia, in particolare la neutropenia nei pazienti con cancro prostatico ormone-refrattario. Si ritiene che la curcumina possa svolgere un ruolo importante per la prevenzione del cancro, in qualità di antiossidante e per combattere la proliferazione delle cellule tumorali. Nello specifico, essa riduce l’espressione dei recettori dell’androgeno, e al tempo stesso impedisce che i recettori dell’androgeno siano associati al gene PSA, così che nelle cellule ormone-dipendenti esso possa diminuire. In termini più semplici, la progressione della neoplasia viene contrastata. La curcumina, poi, agisce nei confronti delle cellule staminali del cancro da cui dipende la crescita del tumore iniziale. L’azione della curcumina in presenza di un tumore alla prostata si concretizza per mezzo di un meccanismo di inibizione delle vie di segnalazione delle cellule. Secondo alcuni studi preliminari di laboratorio, ci sono diversi meccanismi grazie a cui il carcinoma della prostata può essere combattuto con l’aiuto della curcumina. Il fattore beta di trasformazione di crescita riduce nelle cellule del tumore la concentrazione di E-cadherin e al tempo stesso favorisce la de-differenziazione, da cui dipende l’EMT. Questo principio attivo, inoltre, è in grado di ridurre o di sopprimere le segnalazioni delle vie di Wnt, e al tempo stesso interviene sulla formazione del nucleo delle cellule del carcinoma della prostata. Uno studio recentemente pubblicato ed effettuato dal team del dr. Roderick H. Dashwood, ricercatore presso la Texas A & M Health Science Center, ha analizzato il sulforafano come agente terapeutico per la cura del cancro alla prostata. In un articolo pubblicato sulla rivista Oncogenesis hanno scoperto che un particolare enzima presente nelle cellule tumorali della prostata, e noto come SUV39H1, è influenzato, e la sua azione alterata e inibita, dall’esposizione al sulforafano (contenuto nei broccoli). Lo studio conclude che le verdure crucifere possono aiutare a prevenire il cancro. Questo studio ha dimostrato che alterando l’enzima SUV39H1, il sulforafano potrebbe essere un efficace agente terapeutico anche per i casi di cancro della prostata in stadio avanzato. Implementare questi alimenti alla propria dieta aiuta l'assorbimento dei componenti in questione, anche se per una maggiore efficacia se ne consiglia l'assunzione anche tramite integratori, sempre però sotto suggerimento e stretto controllo di un medico che valuti ogni paziente singolarmente e stabilisca le dosi corrette. A seguito di questa azione sinergica infatti, il loro effetto si amplifica fino a tre volte.

 

Nella medicina moderna siamo abituati a scindere la patologia di un organo e classificarla per cause (genetiche, infiammatorie, infettive, vascolari, tumorali, traumatiche, ecc.),  ma nella medicina biomolecolare non si curano, o non si assistono le malattie, bensì le persone.

Considerare l’individuo con le sue innumerevoli manifestazioni cliniche, spesso intersecate tra loro, a tal punto da disintegrare gli schemi classici delle malattie, senza concentrarsi unicamente sulla singola malattia del singolo organo, che corrispondeva a un’analisi parziale e distorta, cui conseguiva spesso una terapia fallace.

I fitocomplessi per definizione contengono numerosissime sostanze, tutte potenzialmente attive, e quindi adattabili all’individuo piuttosto che alla specifica manifestazione morbosa.

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