Le evidenze più solide di un effetto benefico sulla prostata e di un aiuto nel combattere l'insorgenza del tumore, emerse al 94° Congresso Nazionale SIU, riguardano gli alimenti contenenti alcune sostanze ad azione antiossidante, antinfiammatoria e antiproliferativa. Nello specifico si tratta di epigallocatechine, licopene, resveratrolo e pterostilbene. Epigallocatechine e licopene sono contenuti in grande quantità soprattutto nel tè verde e nei pomodori. Dopo uno studio clinico svolto su un gruppo di uomini con lesioni precancerose e quindi identificati come ad alto rischio di tumore alla prostata è stato osservato che coloro che avevano assunto regolarmente epigallocatechine derivate dal tè verde avevano un rischio di ammalarsi minore del 60% rispetto ai soggetti ai quali era stata somministrata esclusivamente una sostanza placebo. Sempre lo stesso studio ha evidenziato che il rischio può ridursi fino all'80% a seguito di un'assunzione di tali sostanze in modo continuativo per due anni. Una metanalisi di 42 studi basata sull'osservazione di quasi 700.000 partecipanti, ha invece evidenziato che anche il licopene sarebbe particolarmente adatto in fase di prevenzione. Contenuto in importanti quantità nei pomodori, è caratterizzato da un principio attivo dal dimostrato effetto protettivo, inferiore solo all'epigallocatechine del tè verde. Secondo diversi studi clinici, implementare l'assunzione di licopene ridurrebbe del 12% il rischio di sviluppare ogni tipo di tumore alla prostata, percentuale che si alza al 26% nel caso di tipologie particolarmente aggressive. Tè verde e pomodori sono già da tempo noti agli studiosi per i loro effetti in termini di prevenzione del tumore alla prostata, ma a loro nuovi studi hanno aggiunto l'uva, che deve la sua efficacia alla presenza del resveratrolo ad azione non solo preventiva contro il cancro prostatico ma di supporto ai trattamenti anti-tumorali. Anche in questo caso a rendere tutto ciò possibile è l'alto potere antiossidante che agisce su un doppio binario: nello stadio iniziale del cancro attraverso fattori di blocco; e in quello più avanzato con fattori di soppressione che ne frenano la progressione. Alla famiglia delle sostanze amiche della prostata si è aggiunto di recente anche il Pterostilbene, un antiossidante simile al resveratrolo del vino rosso e presente in molti alimenti tra cui mirtillo e arachidi. Le sue proprietà preventive sono state ufficializzate dopo uno studio pubblicato su Cancer Prevention Research. Secondo uno studio pubblicato su European Urology, a supportare la terapia di trattamento del cancro prostatico sarebbe anche il melograno, grazie ad uno dei suoi ingredienti, l'acido ellagico, che ridurrebbe la tossicità indotta dalla chemioterapia, in particolare la neutropenia nei pazienti con cancro prostatico ormone-refrattario. Si ritiene che la curcumina possa svolgere un ruolo importante per la prevenzione del cancro, in qualità di antiossidante e per combattere la proliferazione delle cellule tumorali. Nello specifico, essa riduce l’espressione dei recettori dell’androgeno, e al tempo stesso impedisce che i recettori dell’androgeno siano associati al gene PSA, così che nelle cellule ormone-dipendenti esso possa diminuire. In termini più semplici, la progressione della neoplasia viene contrastata. La curcumina, poi, agisce nei confronti delle cellule staminali del cancro da cui dipende la crescita del tumore iniziale. L’azione della curcumina in presenza di un tumore alla prostata si concretizza per mezzo di un meccanismo di inibizione delle vie di segnalazione delle cellule. Secondo alcuni studi preliminari di laboratorio, ci sono diversi meccanismi grazie a cui il carcinoma della prostata può essere combattuto con l’aiuto della curcumina. Il fattore beta di trasformazione di crescita riduce nelle cellule del tumore la concentrazione di E-cadherin e al tempo stesso favorisce la de-differenziazione, da cui dipende l’EMT. Questo principio attivo, inoltre, è in grado di ridurre o di sopprimere le segnalazioni delle vie di Wnt, e al tempo stesso interviene sulla formazione del nucleo delle cellule del carcinoma della prostata. Uno studio recentemente pubblicato ed effettuato dal team del dr. Roderick H. Dashwood, ricercatore presso la Texas A & M Health Science Center, ha analizzato il sulforafano come agente terapeutico per la cura del cancro alla prostata. In un articolo pubblicato sulla rivista Oncogenesis hanno scoperto che un particolare enzima presente nelle cellule tumorali della prostata, e noto come SUV39H1, è influenzato, e la sua azione alterata e inibita, dall’esposizione al sulforafano (contenuto nei broccoli). Lo studio conclude che le verdure crucifere possono aiutare a prevenire il cancro. Questo studio ha dimostrato che alterando l’enzima SUV39H1, il sulforafano potrebbe essere un efficace agente terapeutico anche per i casi di cancro della prostata in stadio avanzato. Implementare questi alimenti alla propria dieta aiuta l'assorbimento dei componenti in questione, anche se per una maggiore efficacia se ne consiglia l'assunzione anche tramite integratori, sempre però sotto suggerimento e stretto controllo di un medico che valuti ogni paziente singolarmente e stabilisca le dosi corrette. A seguito di questa azione sinergica infatti, il loro effetto si amplifica fino a tre volte.