In Corea, su 310 pazienti, età media 48,7 anni, le donne deficitarie di vitamina D si esponevano a un aumentato rischio di ricaduta rispetto alle donne con livelli sufficienti. Le concentrazioni di tale vitamina erano inoltre inversamente associate con la prognosi in pazienti con cancro luminale. Uno studio belga su 1800 pazienti con cancro al seno in fase iniziale correla significativamente bassi livelli di vitamina D con la larghezza del tumore alla diagnosi. Valori maggiori di 30 ng/ml sono indicatori di maggiore sopravvivenza. I risultati maggiori sono stati osservati nelle patologie di donne in post-menopausa. Una recente meta-analisi basata sui rapporti tra livelli di vitamina D e cancro al seno mostra come le pazienti nel quartile più alto (concentrazioni plasmatiche di vitamina D) hanno la metà dei casi di mortalità rispetto alle pazienti del quartile più basso. I livelli consigliati di 25(OH)D si situano trai 30 e gli 80 ng/ml.
Vitamina D e Parkinson
Grazie alla sua accertata azione sul SNC (presenza di recettori specifici nel cervello, up-regolazione di fattori neurotropici, stabilizzazione delle membrane mitocondriali, azione antiossidante), si sta cercando di capire sevi sia una correlazione tra carenza di vitamina D e Parkinson. Secondo uno studio americano tale correlazione esiste: 286 pazienti con Parkinson sono stati esaminati per quanto riguarda diverse funzioni (cognitive, memoria verbale, fluidità di linguaggio, funzioni spaziali, funzioni esecutive, severità della malattia e depressione). Usando modelli statistici di regressione lineare multivariata, maggiori concentrazioni di vitamina D sono risultate associate a migliori prestazioni globali, specialmente nella fluidità e memoria verbale e nella depressione. Una più recente meta-analisi cinese ha ricercato la stessa eventuale associazione tra vitamina e malattia. Il totale dei pazienti esaminati è stato di poco superiore a 1000, comparati con circa 4mila controlli in buona salute. I pazienti con insufficienti livelli di vitamina D (È